“È mancata” lessi sullo schermo.
Solo dopo realizzai l’entità di un tale avvenimento: la morte.
Anche quanto fu il vicino del piano di sotto.
Doveva forse avvenire? Ignorando questo dolore,
straziante e destabilizzante .
Ma quale donna era quella nonna?
Le fondamenta di una famiglia.
Il cuore pulsante di tre persone meravigliose, figli.
Una moglie, colei che amó il marito anche quando fu difficile, anche quando fu sconveniente.
Una PERSONA bella, mi sapeva ospitare a casa sua con onesto affetto.
Una grande donna non c’è più, ma un grande ricordo resta in noi
Mi dispiace per la tua perdita… Io ho perso la mia due mesi fa e ancora non riesco ad accettarlo, non mi sembra vero… Portala sempre nel cuore, non dimenticare mai il bene che ti voleva…
Molto giusto toccante e umano questo tuo scritto. Le persone che ci lasciano non sono mai soltanto “vecchie” o “giovani”. Noi le abbiamo amate e apprezzate per come erano in vita, in tutta la loro ricchezza e interezza di essere umano, occupavano un posto importante nella famiglia e nella comunità, davano e ricevevano amore. Proprio oggi parlavo con mio marito dei titoli dei giornali che suonano più o meno così: ” “Motociclista ventenne si schianta contro guardrail ” oppure: “investito sulle zebre pensionato ottantenne”. Davvero riduttivo, anche perché, quando muore una persona, per quanto anziana ed economicamente improduttiva sia, muoiono con lei i suoi progetti, le le sue speranze, i suoi sogni. E non dobbiamo mai dimenticare che la morte è definitiva, straziante, destabilizzante per chi resta, provoca grande dolore e il dolore esige rispetto.
Vi è il dolore di chi resta e
Mai il giusto riconoscimento per chi va via