La paura di esistere

Ho così tanta paura,
una paura che nessuno vede o percepisce,
ma che io sento forte.

Più cerco di cambiare e migliorare.
Più mi sembra di sbagliare.
Più mi sento in colpa per quello che non riesco a fare

La cosa che più mi spaventa è la perdita di controllo che sto riscontrando su me stessa.
Io e me stessa ci siamo dichiarate guerra senza che me ne accorgessi,
ed è iniziata un conflitto spietato.
Il mio corpo, la mia mente e la mia anima sono i campi di battaglia,
ed io non gestisco il male che mi faccio.

Faccio cose che non vorrei fare,
dico cose che non vorrei aver detto,
ma soprattutto non faccio il bene che quotidianamente mi ripropongono di fare.

Mi sento tanto Zeno Cosini e la sua ultima sigaretta,
quando sappiamo entrambi che l’ultima sarà solo l’inizio di una serie di altre ultime.

Ogni data mi sembra buona,
ogni evento mi sembra opportuno,
eppure costantemente ripercorro i miei sbagli.

Giorno dopo giorno non mangio,
non riesco.
Aboliamo l’idea che le persone che soffrono di anorressia non abbiano fame.
Abbiamo fame, siamo umane.
Solo abbiamo anche molto controllo.
Poiché consapevoli di quali possono essere le conseguenze di un banale atto come cibarsi.
Allora, davanti ad un breve momento di piacere che il cibo può donare, poniamo gli stati di agonia, panico e odio verso noi stesse che ne possono seguire.
Preveniamo una situazione che semplicemente non sappiamo gestire.
“Prevenire è meglio che curare” dite sempre tutti…

Perché il dolore che alimentarsi può procurare non è spiegabile, non è motivato e soprattutto non è razionale.
È un rifiuto di vita che incoscientemente ci infliggiamo ed rifuggiamo.

Giorno dopo giorno bevo.
Ogni mattina mi sveglio con l’intento di non rifarlo.
ogni sera ritrovo dell’alcool un sollievo indescrivibile.
Non lo sento dentro me,
mi permettere di essere vuota, quale mi sento
ma mi alleggerisce la mente, che è distintamente sempre troppo piena.

Ogni giorno prego di riuscire ad essere grata
ai miei genitori
alla vita
Ogni giorno me ne disinteresso.

Giorno dopo giorno mi sento più distaccata da ambedue.
Vedo la mia famiglia come qualcosa di lontano, che ormai non mi tocca più.
Mi deludono, mi feriscono, mi rallegrano, mi rassicurano
provo all’incirca la medesima apatia nei quattro casi.

Mi sento in colpa a lasciar andare mio padre solo a mangiare una pizza,
non dargli attenzioni
ed essere costantemente nervosa e fuggitiva ad ogni dialogo.
Eppure lo sono e lo faccio,
eppure me ne pentirò amaramente.

Mi sento incommensurabilmente in colpa sapendo che posso ferire mia madre,
sapendo quanto possa preoccuparsi,
eppure fondamentale agisco e non ci bado.
Dentro me c’è qualcosa di molto più forte e molto meno sano.

Mi sento orribile,
orribile perché non riesco a migliorare.

Allora mi tratto male,
per compensare
ed il ciclo continua.

41 commenti

  1. Quanto mi ci rivedo in queste parole che ho i brividi..complimenti

    1. Spero solo tu stia bene, o comunque meglio. Null’altro conta ❤

  2. maurocasonscrittore · · Rispondi

    Tendere la mano e chiedere aiuto. Ci sono momenti nella vita in cui da soli non ce la facciamo. Ti auguro raggi di sole.

  3. Grazie, accolgo i raggi veramente. Ho già chiesto aiuto una volta, percui ricordo quanto fu difficile fare quel passo. Solo che per chiedere aiuto dovresti almeno desiderarlo un aiuto….
    Grazie del commento e dell’augurio Mauro

    1. Speriamo arrivi presto il momento in cui ti sentirai pervadere da quella scossa

      1. Lo spero tanto anche io 🙂

  4. Non sei orribile! Non pensarlo nemmeno! Le reali persone orribili sono ben altre… Non bisogna avere paura di chiedere aiuto! Non è sinonimo di debolezza ma di forza e di coraggio… Si riconoscono i propri limiti, il desiderio di uscire da determinate situazioni e si riconosce che un aiuto può darci una mano… Quando si è nelle sabbie mobili di una vita che sempre più spesso ci è stretta e non per la taglia voluta e desiderata da noi ma bensì imposta dalla società in cui viviamo e dalle persone che ci circondano che non sanno accettarci per quello che siamo e che ci vogliono come desiderano loro… ecco che serve avere una mano per ribellarsi e mostrarsi per quello che si è, nella nostra bellezza, nella nostra unicità….
    Un abbraccio!

    1. Grazie FMtech, purtroppo avevo risposto al tuo commento ma andò perso. Percui ti ringrazio ancora un altra volta, per avermi letta e aver commentato, ogni vostro commento è per me bellissimo.
      Grazie di cuore

  5. Un abbraccio forte

  6. Posso abbracciarti ?
    Io lo faccio.

    1. Non devi chiederlo 🙂
      Gli abbracci sono sacri, e solo il pensiero è bellissimo
      Grazie di cuore!

      1. I miei abbracci sono quasi soffocanti, amo l’abbraccio “fisico”, quello dove si stringe. 🙂
        Però ora voglio vedere una scintilla, anche piccola.
        Lo so, ti conosco a malapena, ho scoperto il tuo blog da poco, ma questo non mi impedisce di dirti quello che penso.

      2. Adoro chi parla senza veli! Credo si viva una volta sola in modo cosciente, le altre chissà…percui bisogna dire, fare e agire esattamente come si pensa:)

      3. E questo da me avrai. 🙂

  7. Il tuo discorso è molto ampio e molto complesso e forse “facile” al tempo stesso. Ti dico solo che io per oltre dieci anni, fino ad un anno fa, avevo il terrore di mangiare, avevo il terrore di soffocarmi, che il cibo mi restasse fermo in mezzo alla gola. Quindi frullavo tutto per poterlo bere, c’era meno pericolo a bere che a deglutire. Frullavo la carne, frullavo il tonno. Per oltre dieci anni la mia alimentazione è stata carne frullata con sugo di pomodoro ed acqua a mezzogiorno; tonno frullato con sugo di pomodoro ed acqua (ed un budino) la sera.
    Ti lascio immaginare le conseguenze per il mio corpo.
    Disastrose.
    Un anno fa circa a mezzogiorno mi sono detto: “Adesso Mangio! Mangio senza frullare! Che mi vada per traverso! Che mi soffochi! Morirò almeno con la volontà di averci provato. Io adesso mangio senza frullare e sto qui davanti al piatto anche fino alle 4 del pomeriggio se serve!”.
    Ho impiegato solo mezz’ora a mangiarmi due hambugher, ho masticato all’inverosimile, ho bevuto parecchio, ma ce l’ho fatta. Ce l’ho voluta fare.
    Mi ci sono voluti oltre dieci anni per prendere questa decisione irrevocabile. Adesso mangio tutto, ma tutto di tutto: in un anno da 65 kg sono passato a 81 kg, sono ingrassato di 16 kg e sto da dio. Credo che queste cose tu le sappia già un pò. Ripeto, il mio caso è parecchio diverso dal tuo Viola, ma ho voluto raccontarti questo sperando che ti possa essere d’aiuto. Tieni d’occhio il bere, mio padre è morto alcolizzato a 35 anni ed io avevo solo 6 anni. Non è e non sarà il caso tuo di certo, ma stacci attenta. Con l’alcool non si scherza!
    Io ti sono vicino col cuore, credimi, se hai bisogno di parlare sai come raggiungermi.
    Ti mando un bacio e ti auguro la buona notte.
    Carlo

  8. Ξɱ∆ζЄП · · Rispondi

    L’anoressia è caratterizzata dal fatto di non aver più il gusto di vivere, che si traduce con la mancanza di gusto per il cibo, simbolo di vita. L’anoressico si rifiuta e rifiuta la vita. In profondità cela uno scoramento profondo, spesso invisibile per chi lo circonda. Qualche volta la persona presenta una certa magrezza, ma non è sempre così: a volte, a tradire la sua condizione è il candore della pelle. Ci sono anoressici che vivono nel terrore di ingrassare.
    Il periodo fetale di Annetta è stato contrassegnato dallo scoraggiamento di fronte alle idee suicide di sua madre. Da bambina, Annetta se ne sta da sola: preferisce osservare gli altri che si divertono piuttosto che partecipare ai loro giochi. Durante l’adolescenza soffre di anoressia e, in età adulta, si stordisce con il lavoro. Prova un vuoto immenso, che anche un buon impiego, un marito e dei figli non riescono a colmare.
    Gianna è cresciuta in un ambiente pieno di litigi e violenza. Nasconde la sua paura, inghiotte le lacrime e maschera un senso profondo di vergogna. Da adolescente oscilla fra anoressia e bulimia. A trentadue anni, quando si rivolge a me, è alle prese con violente emicranie.
    Giovanna è stata un’anoressica. Giovanna è infermiera, piccola di statura, senza un grammo di grasso in più, con una carnagione bianchissima. Nulla lascia supporre che soffra di anoressia, perché pur non essendo dinamica o particolarmente briosa, sembra funzionare. Un giorno, suo marito mi vede in televisione e le dice: «Dovresti prendere un appuntamento con lei; certamente potrebbe aiutarti». E’ quanto da Giovanna.
    Una malformazione congenita al ginocchio le aveva procurato alcuni seri interventi chirurgici, e fin dai primi anni di vita aveva udito frequenti osservazioni a proposito del suo difetto, sicché Giovanna si rifiutava completamente, prendendosela con la vita per essere nata così e rifiutando dunque anche la vita. Le operazioni, pare, avevano frenato la crescita, e da adulta Giovanna aveva cominciato a rifiutarsi perché bassa di statura. Quando Giovanna cambia atteggiamento e comincia ad accettarsi, è come se tutto, intorno a lei, cambiasse e, alla fine della terapia, mi dice: «Questa settimana, ho avuto fame per la prima volta». Con le sue parole, diceva: «Comincio a dire sì alla vita».

    da Metamedicina – Ogni sintomo è un messaggio
    La guarigione a portata di mano
    di Claudia Rainville
    edizioni Amrita (un soffio di luce)

    1. È stato uno dei commenti più toccanti che abbia avuto.
      Vorrei sapere chi sei e sapere di più su queste donne-guerriere
      Ma soprattutto vorrei tanto non essere una di loro, non essere una delle mille donne, uomini, bambini….persone che soffre di questo male d’esistere che si manifesta in una repulsione totale del cibo.
      Grazie per aver speso tempo a commentare, grazie per quello che hai raccontato

      1. Ξɱ∆ζЄП · ·

        Stai tranquilla, non sei una di loro. Sei semplicemente te stessa, con una storia tutta tua, e che ha in comune qualcosa con altre storie. E’ l’umanità intera che sta soffrendo.
        Usa lo stesso coraggio e la stessa forza che hai per esternare ciò che esterni qui, per accettarti così come sei e volerti bene. Nelle tue imperfezioni, nelle tue mancanze, in tutto ciò che vedi di brutto in te, cerca anche di apprezzare le tue doti. Non ti esaltare pensando di essere una strafiga, ma non ti abbattere se percepisci qualcosa che non va. Significa che hai margine di miglioramento, come tutti. Cerca di osservare il giusto mezzo. Né problemi, né soluzioni. E’ la vita che fa il suo corso. Ed è breve. E’ la tua vita, difendila finché ce l’hai. Conosco persone che alla tua età non ci sono arrivate. Godi, godi di ciò che hai e di ciò che sei, finché hai tempo di farlo. Scegli di essere felice in maniera folle, irragionevole, imprevedibile. O almeno provaci. Tentar non nuoce,
        Quelle che hai letto nel commento precedente non son parole mie, ma prese dal libro che ti ho citato. Se hai la volontà di uscire da una condizione che reputi buia, allora ce la farai, anche se non hai la più pallida idea di come fare. E’ la volontà che conta.
        Abbi fede.
        Io sono una semplicissima persona, come tante, coi suoi traumi, i suoi sogni, i suoi pregi e i suoi difetti. Ma, come diceva l’eroe dalle 12 dita, anche quando va tutto male, nessuno mi porterà via la strada da sotto i piedi.
        Finché vivo, c’è sempre un nuovo giorno che mi attende.
        Si chiama presente, e in effetti è il regalo più bello.
        E il regista della mia vita sono io e io soltanto.
        Scegli.
        Scegli il meglio per te.
        Anche tu te lo meriti.
        Sei una bella persona Viola, non lo dimenticare mai.
        Cerca di dare valore alla tua bellezza.

      2. Grazie per ognuna di queste parole e scusa la tarda risposta. Avevo letto e aprezzato da tempo, ma mi sono persa nel risponderti
        Ti ringrazie con il cuore e ti mando un saluto con affetto!

  9. Spero che qualcuno trovi per te la forza e sia in grado di tirarti fuori da tutta questa sofferenza. Intanto ti dico di non sentirti orribile, né tantomeno in colpa, la cosa in cui ti dibatti non dipende da te, prova ad ascoltare chi ti offre di uscire dal circolo vizioso, sono sicura che chi ti vuole bene ci prova, forse in modo maldestro, ma ci prova, e vuole darti la felicità che ti meriti. Da lontano non posso fare altro che abbracciarti virtualmente, non sono più giovane e dal culmine di questa vita, certamente avviata verso una discesa forse anche precipitosa ( chi può dirlo?) cerco di godermi ogni momento…

    1. Prendo il tuo abbraccio virtuale con molto piacere. Non so chi ci sia dietro queste splendide parole, ma non vedo una persona “vecchia”. Forse vissuta, forse saggia ed antica, ma appare più speciale e profonda che vecchia;)
      Non c’è un vero culmine sai?! Siamo noi il nostro limite sotto certi aspetti, un abbraccio!

      1. Grazie per tutte le belle parole che hai trovato per me!

  10. So di ripetere parole che avrai già sentito mille volte, ma l’ho provato su me stessa. Gli altri non c’entrano nulla, sei te con te. Se ti accetti e, piano piano incominci a piacerti così come sei ti si apre il mondo, la vita ti sembrerà un’altra cosa. Arriverai al punto di renderti conto come è stupido tutto questo e non lo dico con leggerezza, ma è così. Ciò che ora ti sembra una montagna in realtà è una briciola, devi trovare il coraggio di apprezzarti. Fare il primo passo è difficilissimo, ma il secondo è più facile e poi…non soffrirà più! Nessun dolore, nessuna colpa, tanta gioia. Ti assicuro ne vale la pena. Un bacio grosso, ma sarei felice se te lo dessi te!

    1. Giovanna scusami avevo risposero tempo fa al tuo commento, ma ho avuto problemi con il sito e parecchie cose sono andate perdure. Ti ringrazio di questo commento come di tutto gli altri che hai dedicato ai miei post e ne faccio tesoro, so che ho tanto da imparare da chi ne sa qualcosa in più 😉
      Un abbraccio

      1. È un bacione a te! 😗

  11. Ero venuta a vedere chi eri perchè hai lasciato un commento sul mio blog. Quindi grazie per averlo fatto, è nato da poco e non so se potrò o vorrò mantenerlo. Vedremo come va, dipende da persone come te che mi lasciano un segno del loro passaggio e di aver apprezzato quanto letto. Se lo faranno in tanti io – che credo di avere un po’ di conoscenze da condividere e da lasciare al prossimo – troverò la forza di continuare. Una volta sentii una canzone di Giorgio Gaber (sei tanto giovane che non devi sentirti in colpa e non sai chi è…) che diceva tra le altre cose “ma non ho visto mai nessuno lasciare lì qualcosa e andare via”. E mi dissi che quello avrei fatto. Prima di andare via come andiamo tutti. Vedi dunque che è bastato poco per fare qualcosa di utile agli altri. Mi hai scritto qualcosa, e forse altri prima o poi troveranno qualche informazione che gli servirà per star meglio, o avranno piacere di leggere una storia. Per te non c’è erba che tenga… stai troppo male. Io sul blog uso un tono un po’ ironico ma conosco bene quasi tutte le condizioni patologiche psichiatriche. Per esperienza diretta o indiretta. Io e il dolore, fisico o psichico che sia, giochiamo insieme da quando sono nata. Ho conosciuto anche molti psichiatri. Alcuni bravi, altri no, altri che hanno come il 90% dell’umanità l’obiettivo di succhiare soldi al prossimo. Hai diritto ad avere un bravo medico che sappia cosa fare con te. Non sei un caso così difficile… Hai una depressione da manuale. Spero che tu non abbia paura dei farmaci – visto che dici che bevi alcool, credi pure che non c’è farmaco con peggiori effetti collaterali di quello. E non stare a dire che non hai voglia neanche di “cercare aiuto”. Sei una donna. Fin qui sei vissuta, contro cose e sentimenti che sai solo tu. Quindi sei forte. Sei una donna forte. Perchè sei ancora qui, a scrivere (molto bene) e ad esistere (come riesci). Figurati se non riesci ad andare dal tuo medico di famiglia e chiedere una visita specialistica. Poi, se il primo da cui capiti è un imbecille o ti dà quell’idea, cerca qualcun altro. Io ci misi un anno.

  12. Mi sembra di essermi appena guardato allo specchio.

    1. Cavolo! Mi dispiace allora, l’ultima mia speranza è che qualcuno si riveda o ritrovi nei miei disagi
      Ti auguro il meglio !

  13. Non cercare sempre un “alibi”per fare cose che”vuoi fare inconsciamente” datti un limite senza oltrepassato altrimenti “la mente”ne approfitta.
    Molti giovani adesso si lasciano andare su questa barca…senza remare.
    Non aspettare di farti veramente male.
    Abbraccia tua madre, ti aspetta. ..tuo padre.
    Aiutati…che Dio ti aiuta.
    Basta scuse
    Ti abbraccio forte forte♥

    1. Grazie anche di quest’altro commento.
      Duro nel modo giusto e necessario dove serve
      Grazie

      1. Buona domenica.. guerriera di un mondo nuovo♥

  14. sandrovivan · · Rispondi

    Smetti di lagnarti e di cercare nell’alcol la soluzione del problema.
    Se potessi ti sculaccerei per farti ritornare in te
    RIPETO: NON FARE LA PIAGA E FATTI SENTIRE ANCORA.
    E CREDI NEI MIEI 80 ANNI! TI ABBRACCIO.SE VUOI, NON ACCETTARLO.

    1. Forse poco cauto, ma grazie del consiglio e dell’abbraccio.
      Ultimamente si usa sovente dire “lagnarsi…lamentarsi”. Ecco, io suppongo che a nessuno piaccia aver qualcosa di cui lamentarsi, me compresa, per cui se ci si “lamenta” (seppur considero più appropriato il termine “esternare/dare sfogo”) è perché qualcosa che non va bene esiste. “Fare la piaga” è pertanto un modo per accettarlo, lavorarci ed elaborarlo, inoltre quando scrivo non è con l’intenzione di infastidire alcuno.
      Come già detto, ringrazio ad ogni modo per aver espresso il suo parare.

      1. sandrovivan · ·

        Al punto in cui sei di “disperazione” il.mio è il consiglio migliore che tu possa ricevere. Sforzati di Seguirlo e PIÙ avanti nel tempo conseguirai il risultato di una vita migliore.

  15. Grazie per esserti raccontata così apertamente…
    Un abbraccio
    Vicky

    1. Grazie a te Vicky per avermi letta e commentata 🙂
      Un abbraccio!

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