Sono di nuovo in un aeroporto.
Sarà che trasmette quel senso
di fuga costante,
di cambiamento continuo,
di impermanenza,
o di speranza.
Come se si potesse arrivare in un posto migliore,
dove gli errori siano stati resettati
o, essere una persona migliore.
“come sparire senza rumore
e non pesare sul cuore degli altri.”
Come a ritrovarsi lassù,
nella terra di nessuno,
dove chi mi sta dietro, davanti, affianco
non mi conosce.
Non sa che non sono chi vorrei essere,
non sa che agisco deludendomi,
non sa che non trovo sosta da troppo.
Non mi sa, così mi illudo che anche io possa non sapermi,
allora chiudo gli occhi
e senza sentire né moto né luogo,
so che mi sto muovendo nel mondo.
Andare, andare e andare,
per proseguire,
per non sentire dentro quel senso di
“chi si ferma è perduto”
Con il vuoto sotto me, mi sento leggera
leggera dagli errori,
dai ricordi
da me.
“Perché quello che sono,
lo ho imparato da te,
per le luci che hai acceso a incendiare l’inverno,
per avermi insegnato a cadere.”