Non lasciarmi così,
io ci penso ancora, lo sai
A te, a te con me e a noi,
non ci credevo,
è vero
Non credo in tante cose,
mi hanno portata a non crederci più.
Sai, fa male quando non te lo aspettavi
fa ancora più male se ti fidavi.
Però poi…
racatti i pezzi, quelli che puoi,
quelli che trovi,
che riconosci tuoi
Allora li assembli,
ma la costruzione non sarà mai più la stessa.
La rottura è una cosa seria.
Non si assembla mai più allo stesso modo
Si può ricostruire diversamente,
ma è cosa per pochi.
Pochi sanno vedere l’oro fra le macerie
Pochi sanno intendere che bisogna passare fra quelle macerie, talvolta, per sorridere di nuovo.
Eppure, ci si trova, ci si ama, ci si perde,
che destino strano, questa vita senza cuore.
Questa vita che non ammette errori,
siamo l’esercito dei limiti, dei silenzi, dei fraintendimenti, delle paure e dei rimorsi.
Scusami, oh Vita, se provandoci, mi perdo.
Ma nella perdizione, ho trovato il meglio di me stessa.
Nell’ordinarietà sento così tanta paura per aver amato, che non me lo permetto più.
Amare è un lusso per pochi, coraggiosi.
“Pochi sanno vedere l’oro fra le macerie”
“Ma nella perdizione, ho trovato il meglio di me stessa.”
In una risposta a un mio commento, mia carissima Soffio, mi avevi fatto notare che ti capita di contraddirti. Ho l’impressione che ti sia capitato anche stavolta: se “nella perdizione” sei riuscita a trovare “il meglio di te”, significa che tu sei tra i pochi che “sanno vedere l’oro fra le macerie”.
Ed è proprio perciò, che io confido che tornerai ad amare: e in maniera più piena, intensa e profonda di quanto ti sia capitato. Una volta che “la Vita” sarà tornata a germogliare in te, dopo le devastazioni compiute dal tornado emotivo da cui sei stata investita, ti ritroverai in una configurazione di te stessa rigogliosa e molto diversa da quella che avevi; come succede in natura a una regione attraversata da un tifone. Dapprima solo devastazione; ma con il tempo, rapidamente, la vita naturale torna a germogliare, trasformando completamente il luogo, tanto che dopo qualche anno non si potrebbe più dire che esso sia stato attraversato da una devastante tempesta.
Se si osserva il funzionamento della natura, non c’è quindi alcun bisogno di stare a ricomporre nulla: non si tratta di mettersi lì pazientemente a ricostruire, ma di lasciare, pazientemente, che la Vita faccia il suo corso.
So bene che per noi umani “civilizzati” questo è forse il compito più difficile; tuttavia, questa è la traccia da seguire: smettere di bloccare l’evoluzione naturale di noi stessi e della nostra vita con le nostre analisi, i nostri giudizi e l’ansia di controllo che essi tradiscono, e accogliere ciò che è stato come un evento naturale, ancorché doloroso – senza prendersela, senza alimentare recriminazioni.
Considerato il tuo sincero e appassionato anelito al tuo cuore, sono certo che la Vita ti mostrerà la vena d’oro del vero Amore tra le macerie del tuo trauma emotivo. E allora non avrai tanto bisogno di coraggio: sarà la sua bellezza a coinvolgerti completamente e a spingerti a seguirla fino al centro di te stessa.
Buon viaggio!
Aloha
Grazie Virginio, di cuore !