A chi non vuole occhi diversi.
A chi non ci riesce, a chi ci prova ma è dura,
a chi soffre in silenzio, a chi ride ma sta male,
a chi non riesce a camminare,
a chi è stato lasciato,
a chi ha il cuore spezzato.
Buonanotte, che poi questa notte di buono non ha nulla.
E resterò sveglia a pensarti, a immaginarti
a chiedermi come stai, cosa fai, se sorridi, se sei felice, se ti manco, se stai bene anche senza di me.
Chi ti scalda la notte, chi ti guarda dormire,
chi ti sorride così dal nulla.
E non so, ma ho paura.
Perché la notte diventiamo più deboli,
perché la notte cadiamo, i pensieri vanno veloci e le lacrime scendono.
Che grande poesia, questo brano di Bukowski: quanta accoglienza, quanto amore ci sono nelle sue parole. Solo un appunto mi sentirei di fargli: la notte non diventiamo più deboli; semplicemente siamo più noi stessi, siamo più vicini al nostro cuore e alla nostra anima, che sono teneri e delicati. Duro e rigido è il nostro carattere: la corazza in cui li abbiamo avvolti per proteggerli, finendo così, però, per isolarli e intristirli.
Aloha