Chi lo avrebbe detto un mese fa, che ci saremmo ritrovati a vivere in casa;
con coloro con cui la condividiamo: famiglia, amici, inquilini o compagni
Chi lo avrebbe detto, che saremmo dovuti uscire il meno possibile: lavoro, necessità, salute
Stop! Agli amici, alle uscite senza senso, ai “di più” che non sapevamo essere tali
Chi lo avremmo detto, che ci saremmo trovati soli, amati, innamorati, sbigottiti, persi, confusi, sospettosi, impauriti, uniti, liberi di tempi eppure reclusi nello spazio, ben disposti per gli altri seppure infastiditi da tutto
È l’epoca del #iorestoacasa #andratuttobene #seitulamiaquarantena #iononcorro
Sicuramente è un’epoca…che, chissà come racconteremo, come rivivremo ex post, cosa scopriremo con il senno del poi
Eppure oggi siamo tutti uguali,
tutti a sostenere lo “stop” come riusciamo
costretti al tempo, ai pensieri, alle paure che, nella quotidianità usuale, evitiamo con grande abilità e leggerezza
Sono passati i giorni, le occasioni;
i temperamenti ed i momenti,
in cui cercavamo di non far caso a quanto stesse accadendo
Dopo poco, neppure Netflix distoglie più,
il tempo si è inesorabilmente reso protagonista.
Bisogna rivalutarlo, riadattarlo e ricomprenderlo
Forse voleva delle scuse, per tutte le volte che lo ho ignorato,
odiato perché fugace,
imbrogliato perché specchio dei miei guai.
Se..avessi forse saputo…mi sarei mossa prima, avrei evitato, avrei prevenuto, avrei titubato….
È rilevante comprendere che il “se” tante volte non da tempo all’eventuale azione differente; anzi, lui ha già prodotto l’azione opposta e contraria.
La reazione all’ errore, ancor prima di comprendere che di errore si trattava.
In questa quarantena sono tornati a fare visita gli errori, i pentimenti, i risentimenti, i rimorsi e i falsi-dimenticati.
Ed ora, tutti noi, in uno spazio di circa 20 metri quadrati e in un tempo privo di dies ad quem, dobbiamo convivere.
Anicca e resilienza.
Già.
Chi lo avrebbe detto?
Questo periodo suscita numerose riflessioni. Tra le quali, dobbiamo includere l’imprevedibilità della vita e la nostra inpermanenza (e impotenza), di fronte al lento ed inesorabile fluire del tempo.
In questo momento io vivo un allontanamento indolore dal di più e dal troppo, che mi accorgo essere inutile o indifferente per la mia pace interiore.