Crescendo si impara che i numeri servono solo a scadenziare il tempo,
che i compleanni si ripetono come gli errori e che i caffè non sono mai troppi.
Crescendo, si agisce più ponderatamente
e ci si distrugge più saggiamente; si ragiona per convenienze e si vive di dipendenze
Si impara persino a conoscere sé stessi, vedendo ciò che non avremmo voluto vedere
Si impara che il nostro peggior nemico siamo noi stessi,
che la maggior parte delle relazioni sono ad effetto placebo e che le persone non cambiano, mai.
Ci si illude di potersi migliorare, ignari che fra anni faremo errori migliori; attorcigliati nei vecchi disagi, preambolo di nuovi disastri
Consapevolmente gli adulti faticano a ravvedersi, d’altronde è più facile perseverare in un errore già noto, che in un’ignota miglioria.
Il conosciuto sembra sempre più amichevole … un po’ come i “false friends” della lingua inglese, sembrano ciò che non sono!
Dunque crescendo si aumentano i caffè e le cattive abitudini, si dimentica di andare a letto presto e di amarsi al risveglio
Ci si dimentica chi siamo e cosa vogliamo, sempre impegnati a svolgere quello che crediamo essere il nostro compito
I “ruoli” che dobbiamo interpretare in questo grande teatro che chiamano “mondo”
ci fanno perfettamente essere chi non siamo.
Ci si fa carico dei problemi altrui, che in men che non si dica sono già nostri e, così, ci si dimentica di sorridere alla Vita
Ci sono stazioni che non smetteremo mai di attraversare ed errori che non smetteremo mai di commettere;
gli anni ne scandiscono semplicemente il tempo.
Eppure io mi nutro del mio mantra paterno: “la fortuna aiuta gli audaci“, poiché se così non fosse regnerebbe l’ingiustizia più totale …
Vero, siamo tutti attori, non abbiamo ancora imparato che si vive una volta sola. Buongiorno 😊🌸
Almeno un po’ di consapevolezza può essere d’aiuto 🙂
Buongiorno a te!
“Il nostro peggior nemico siamo noi”: senza dubbio la principale fonte di quelli che percepiamo come problemi non sono gli altri, ma la nostra natura contraddittoria. Siamo la fusione di due logiche diverse e (apparentemente?) inconciliabili: corpo (separazione, mancanza e paura) e spirito (unità, infinitudine, immota imperturbabilità).
Come se non bastasse questa intrinseca difficoltà, lo sviluppo della cosiddetta civiltà ci richiede di adempiere a ruoli prefabbricati, come fossimo semplici automi in carne e ossa: e questo non fa che accrescere il nostro senso di alienazione ed estraneazione da noi stessi e dalla situazione in cui ci troviamo immersi; da cui, la scomoda sensazione di essere dei pesci fuor d’acqua.
Acute osservazioni sul funzionamento dell’uomo: complimenti, Soffio!
Aloha
Se non sai qual è il tuo posto nel mondo, spostati 😉
L’ha ripubblicato su La solitudine del Prof.