e che benvenuto…
Converremo tutti non si sia presentato nei migliori dei modi, povero 2021 gli avevamo appioppato troppe aspettative ed invece… Invece è il 2020 bis aggravato da false speranze.
Però a me ha dato tanto!
Mi ha costretta a tornare a casa e a starci,
a soffocarmi la lingua quando avrei voluto replicare agli improperi di mio padre, a provare amore quando mia madre si svegliava inveendo contro tutti, preparandole il caffè.
Siamo italiani, il caffè serve sempre!
Il 2020 mi ha aiutata a sentire la mia famiglia, una delle più disastrate, come la più importante di tutte;
a non prendere un volo ogni volta che la situazione richiedeva presenza, scelte e responsabilità,
a vivere senza tradirmi,
a conoscere senza cadere.
Ho perso il 28.12.20, ma ho riscoperto la mia famiglia, fatta di due anime coraggiose, generose come poche e assurde come nessuna, che hanno generato me…
…un rimpasto di passati mai dichiarati, di sbagli mai espiati, di rimorsi e di rancori che mi hanno sfondato il cuore.
Siamo gli errori da cui provieniamo, ma possiamo porvi rimedio.
Siamo l’ambizione di chi ci ha preceduto e non ci è riuscito, ma possiamo mediare.
Siamo l’entusiasmo perso di coloro cui è stato sottratto, ma possiamo rifarci.
Siamo la vendetta pacifica di chi ha subito un mondo sbagliato, di chi non ha imparato e di chi si è sentito superiore invano.
Sono la parte più caotica di me,
più mi confondo più sprofondo,
meno mi comprendo e più mi accetto.
Non ci si arrende alle proprie debolezze, sarebbe banale d’altronde,
ci si sorprende di quante volte si risorge pur credendosi morti dentro e ci si spaventa all’idea che possa riaccadere:
la delusione, l’amore e la sofferenza,
quella che gonfia l’anima di agonia e opprime il fiato.
Come quei ricordi stipati in vani reconditi della mente che riaffiorano nei momenti meno opportuni e che quasi si credevano finalmente archiviati.
Invece no, con il passato si deve fare pace, nel mentre si paga lo scotto, senza sconto.
Le lacrime di un padre che si allontana pur di dovere d’essere l’uomo, sono così nata detestando i ruoli, le categorie e le ipocrisie;
le sbarre fatte di acciaio per dividere oltre il fisico anche le sensazioni, sono così cresciuta in un mondo in cui le emozioni imperterrite proseguono;
quella distesa di mare che ha contraddistinto la mia disperata adolescenza,
la ricerca di me stessa nell’intento di sparire,
l’incapacità di esserci, di percepire, di pervenire.
Si può andare via da questo mondo, ma non si saprà mai cosa sarebbe stato,
sono così diventata colei che vuole scoprirlo, colei che vuole rivendicare le ingiustizie immeritate ereditate.
Ho imparato a condannarci, me e voi, per quello che ci siamo fatti.
Non c’erano giustificazione, c’era dolore;
non c’era motivazioni, c’erano incapacità.
Mi ci sono voluti anni per uscire dai quei danni,
per non disprezzarmi per il sol fatto d’esistere.
Per smettere di sparire dietro il peso di un’esistenza che non sentivo mia, per smettere di ingurgitare gradi e gradi di alcol pur di dimenticarmi di esserci, per smettere di cedere ad amori devianti e malsani;
per placare il mio egregio talento autodistruttivo, per orientare le mie energie nella creazione anziché nella perversa distruzione.
Il 2020 mi ha donato una sosta, utile e dolorosa, per riscoprire noi, per accettare ciò che siamo stati, ciò che siamo fatti, ciò che abbiamo scordato di fare ed essere nel caos in cui volevamo esistere e credevamo di farlo.
I soldi, i viaggi, i casini, i tradimenti, le bugie, le urla, le botte, la polizia, le fughe, le lacrime, i pentimenti, la disperazione e ancora i soldi, i viaggi, i casini, i tradimenti, le bugie, le urla, le botte, la polizia, le fughe, le lacrime, i pentimenti, la disperazione.
Ci credevamo vivi mentre ci stavamo ammazzando.
Mi ci sono voluti anni per amarvi, ma ora posso provare ad amare anche a me.

Soffio, sono letteralmente impressionato da questa tua poesia, una delle più dense ed esistenzialmente profonde che abbia mai letto in assoluto (e non ho letto pochi poeti nella mia vita ormai piuttosto lunga). Mi rendo conto, con mio sommo scorno, che hai compreso e integrato cose che io, di trent’anni più vecchio, non ho talora nemmeno ben intravisto. Appare evidente a me come tu sia un’anima di un’altra generazione (3.0, 4.0, 5.0?) rispetto a me (sì e no appartente forse alla categoria 2.0).
Congratulazioni! Date queste premesse, potrai fare piccole grandi cose per il bene della terra e dei suoi abitanti! Sono felice che tu esista.
Aloha
virginio
Virginio sei sempre ricco di bellissime parole di cui ti sono sinceramente grata. Non so se sia bella, sicuramente è reale ed è me. La scrittura mi salva, come mi ha salvata molte altre volte, lentamente forse creiamo nuovi connubio, io e la scrittura
Io ringrazio te, del tuo tempo per le leggermi, della tua dolcezza nel commentari e della capacità che ti illudi io abbia 😉
Con affetto, Aloha ❤
Le ultime due righe sono forse la più bella conclusione di post denso di emozioni, una conclusione che sarà sicuramente un nuovo inizio per ripartire ❤
Si spera 😉
Grazie per avermi letta e commentata! 🙂
Brava! Complimenti! Sai, alla fine ho imparato che amare genuinamente se stessi è un’arte come lo è il ridimensionare il proprio ego.
Un abbraccio.
Un post toccante e meraviglioso!
Ciao Viola
Vicky